A febbraio 2020 ho ricevuto l’invito per partecipare a Coglia Coglia Coglia, un evento Gravel organizzato da quei bulletti della Popolare.
Uno degli innominabili organizzatori, pur di avere un invasore proveniente dal Gran Ducato di Milano, ha recuperato appositamente per me un Test drive Decathlon: una prestigiosa Triban RC520 Gravel.
La sua è stata davvero un’infamata. Infatti il risultato è che me ne sono innamorato e, proprio questo inverno, ho deciso di acquistarne una esattamente uguale.
Dopo alcuni giri di prova ho deciso che era giunto il momento di inaugurarla nella maniera più adeguata e fangosa possibile. Tratturi Brianzalandia di Max Bigandrews ho pensato potesse essere l’occasione perfetta.
L’evento era stato fissato per dicembre 2020 ma, causa Covid, è stato rimandato a versione “Private Edition” .
…e fu così che in una buia e fredda domenica di gennaio, in una località milanese ignota, Meneghino Grionzi detto l’Infame, Giorgione il Vetusto e Roberto Parsifal, ricompongono il famoso trio Anti-Serenissima. Destinazione Cusano Milanino, dove hanno appuntamento con Sergio ed Eraldo.
Il mondo dello “sterrato” è qualcosa che ancora non mi appartiene. Arrivando dalla “strada” mi presento con gomme gonfiate a 6 atmosfere e questa cosa suscita l’ilarità del gruppo.
Ha piovuto tutta settimana e il percorso sarà pieno di fango. Mi costringono così ad abbassare la pressione a 2/3 atmosfere per avere più controllo nei tratti con meno grip.
Inoltre appena partiti noto che tutti, per proteggersi dallo sporco, hanno i sovrascarpe, che ovviamente io non ho. Fortunatamente mi salvo con la mantellina, utile per evitare l’accumulo lo sporco sulla schiena.
Inoltre chiacchierando con Sergio ed Eraldo mi confessano che Tratturi è l’evento meno Gravel e più Mtb di tutti. E io penso: ” Ottimo! Come sempre ho un tempismo eccezionale”.
Una volta oltrepassata la Villa Reale di Monza, attraversiamo il parco e ci dirigiamo verso i primi settori di sterrato. Questa prima parte si svilupperà costeggiando per buona parte il fiume Lambro in direzione Nord.
Dopo il primo tratto di fango mi compiaccio con me stesso e dentro di me mi faccio pure i complimenti, insomma me li merito! Sento di avere padronanza del mezzo, anche nelle situazioni di aderenza ridotta.
Condivido questi miei pensieri con Roberto, che, con un perfetto aplomb, mi guarda, sorride e mi sussurra così: “Guarda che lo sterrato non è ancora iniziato, questo non è nulla a confronto di quello che incontreremo”.
Di colpo dentro di me scende il gelo.
Giusto il tempo di riprendermi da questo trauma, quando, in zona Albiate, il percorso prevede uno strappo micidiale su ciottolato e muschio.
Inevitabilmente il pensiero va al Martesana Van Vlaanderen, e i sui tipici Muur!
Una volta ripreso il sentiero che costeggia il Lambro, i miei compagni mi avvisano che a breve arriverà uno dei tratti più impegnativi e significativi del percorso.
La salita a piedi di Via delle Grigne vicino a Briosco, e successivamente la sua discesa tecnica, con passaggio attraverso solchi nel terreno alti fino a mezzo metro!
Ma i Tratturi e i sentieri erbosi che attraversiamo ci rinfrancano l’animo, e il pensiero va alla poesia “I Pastori” di D’Annunzio.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
Arrivati al Molino di Baggero, cogliamo l’occasione per una pausa e per scattare qualche foto a questa splendida struttura con relativa Ciclofficina.
Dopo pochi metri, entriamo immediatamente nell’Oasi adiacente.
L’Oasi di Baggero è una splendida riserva naturale situata in alta Brianza.
Di colpo noto che Roberto inizia ad avere la pedalata più pesante del solito, e dopo alcune risposte vaghe, cerca di spiegarmi la sua problematica con questa frase inequivocabile: “Chi non caxxa la paga!”.
E al primo boschetto la sosta è obbligata.
Devo dire che ha scelto il momento opportuno per alleggerirsi, perchè all’improvviso ci imbattiamo nello strappo asfaltato conosciuto come “il San Lorenzo”.
Le parole di Giorgio trasmettono riconoscenza e ringraziamento verso Max, ideatore del percorso.
Inoltre mi permetto di aggiungere altre parole di D’Annunzio, in particolare mi sento di citare la “Verga d’avellano” che in questo momento vorrei dare in testa proprio a Max che ci diceva: “Il San Lorenzo mette tutti a posto!“
Dopo una sosta barretta davanti al parco canile di Valbasca, dove l’anno scorso c’era il ristoro con caldarroste, ci fermiamo al bar Sa Pasada a Cantù.
Facciamo conoscenza di Gino, giovane barista di 77 anni anni, proveniente dalla Barbagia di Ollolai Sarda. Gino ha tanta passione, e si vede. Ci serve degli ottimi cappucci e brioches utilizzando una macchina del caffè davvero splendida.
Dopo un nuovo e obbligato servizio fotografico davanti a un prestigioso trattore John Deere, arriviamo al castello di Carimate. Il castello sancisce definitivamente la fine degli strappi fangosi e tratti a piedi, che con tanta nostalgia rimpiangeremo.
Ora manca solo il parco delle Groane, che oggi, dopo l’esperienza che hanno vissuto i miei compagni nell’edizione 2019, mi risparmiano per buona parte.
Il canale Villoresi ci fa poi da passerella e, dopo una foto davanti a Villa Bagatti Valsecchi, giunge il momento di far ritorno a Cusano Milanino, dove ci attende una buonissima Birra Poretti 10 luppoli offerta da Sergio e degustata rigorosamente nel suo giardino!
Sorseggiando questa Birra capisco finalmente cosa vuol dire Spirito Gravel, e ne assaporo gusto e aromi.
Ora è giunto il momento di salutarci e, dopo una sosta per lavare le bici presso l’autolavaggio di Viale Monza, ci dirigiamo verso casa.
Attraversare la città, con asfalto auto moto e pedoni, mi provoca emozioni particolari.
Poche ore prima eravamo nei boschi e abbracciati alla natura, ora di colpo mi sento catapultato nuovamente nella civiltà.
Sento che lo Spirito Gravel mi ha contagiato e non ne potrò più fare a meno.
Traccia Strava a questo link: https://www.strava.com/activities/4675707772