SportVerona – Valsugana 2019 (400 km)

So che l’ho già detto in un precedente articolo, ma le Randonnée da 400 km sono in assoluto le mie preferite: hanno quel fascino “temporale” che ti permette di vivere un intero ritmo circadiano, 24 ore su la propria bicicletta, chi più chi meno.

E’ ancora vivido nel mio cuore il ricordo della SportVerona 300, ed è proprio per questo che come terzo atto per la qualifica alla Parigi Brest Parigi, scelgo di tornare a Verona per la 400.

Prima della partenza però, faccio degli incontri particolari, quelli che segneranno indelebilmente il ricordo di questa magica Randonnée.

Incontro i due ragazzi che alla 300, con la loro famiglia, ci avevano offerto un caffè prima della partenza. Ci invitano a casa loro per mangiare pane e salame, chiedo ancora scusa per non aver esaudito questo desiderio, ma il tempo ci è stato tiranno.

Poi c’è Fausto che mi dona una bottiglia di Amarone della Valpolicella prodotto dall’azienda agricola di suo fratello Cesare. Non poteva farmi regalo migliore, devo solo scegliere l’occasione per brindare in suo onore.

Con Fausto e il suo Amarone

C’è Cinzia di cinziainbici.

Cinziaaaaaaaaaaaaa!

Con Cinzia

Ma che bello finalmente conoscerti di persona! E’ stato davvero come realizzare un sogno. Seguo il suo blog da anni e ormai l’avevo mitizzata. Ogni suo racconto è una perla preziosa, pure emozioni, faccio sempre tesoro di tutti i suoi consigli. Quando poi la vedo tirare fuori dalla borsetta la sua “macchina fotografica” per scattare le foto prima della partenza, il suo gesto per me è poesia. Leggete questo articolo per capire.

In griglia incontro Lorenzo e Giangi prima della partenza, anche loro concentrati e determinati per questa nuova avventura.

Poi, inevitabilmente come purtroppo capita troppo spesso, vedo un cappellino della Popolare. Ma non li possono bruciare questi cappellini? Poi però noto che ad indossarlo è un personaggio davvero unico nel suo genere: Aldo Mangione.

Il suo progetto per il 2019 è partecipare a tutti brevetti di qualifica in scatto fisso, per poi raggiungere Parigi, sempre in bici, e parteciapre alla manifestazione regina delle Randonnée sempre in fixed.

La bici di Aldo

Che dire: davvero un gran motore! Soprattutto perchè nel 2011 lo stesso progetto lo ha realizzato con una bici d’epoca dell’esercito svizzero, se non ricordo male da 25 kg, e nel 2015 invece realizzato in Brompton. Chapeau.

Ore 16 si parte, la Nazionale del Prosecco è pronta per una nuova avventura.

Se il 300, è stato definito da Musseu “Facile Facile”, il 400 è stato definito “Variopinto”.

Variopinto? Ma cosa vorrà mai dire?

Musseu lo si può definire un Pinturicchio nell’organizzare gli eventi, un vero artista, soprattutto nel disegnare i percorsi. Ogni minima deviazione in strada secondaria nasconde sempre una sorpresa, e mai è un errore. Grazie alla sua passione e conoscenza del territorio ha la capacità di disegnare tracce che risultano essere dei capolavori artistici. Mai banali, mai scontati.

Non osanniamolo troppo però, qualche cattieveria ce la mette dentro, e capiamo subito che per guadagnarci la carta gialla dovremo maledirlo e sudare sette camicie.

Le salitelle e gli sterrati si susseguono amabilmente, e i paesaggi attraversati al tramonto sono davvero da cartolina.

A un certo punto però vedo sbucare un ciclista da un cespuglio.

E’ lui o non è lui? 

Cerrrrrrrto che è lui, ma è Fabio!

Incontro con Fabio

Che piacevolissimo incontro! Lo vedo agile e scattante come sempre, in ballo per la sua terza avventura francese!

In questa prima parte di percorso mi colpiscono particolarmente il passaggio attraverso il borgo di Soave (meraviglioso), la deviazione per costeggiare il lago di Fimon (che purtroppo qualche ciclista ha tagliato), e l’attraversamento nella cittadina di Vicenza, davvero stupenda.

Soave
Lago di Fimon
Vicenza

Usciti da Vicenza, dopo 98 km, giunge finalmente il controllo/ristoro.

E’ arrivato il momento di attivare la modalità notturna. Ci vestiamo con gambali e giacche, e soprattutto indossiamo il gilet giallo rifrangente della PBP 2015, un must per affrontare le notti randagie.

Il passaggio attraverso Marostica, con la sua bella piazza degli scacchi, e Bassano del Grappa con il suo ponte sul fiume Brenta, ci permettono di vivere un percorso culturale difficilmente realizzabile con una Randonnée, mi sembra davvero di essere un ciclo turista!

Piazza degli Scacchi a Marostica

Ora è giunto il momento di abbandonare il Piave e costeggiare il Brenta, ci addentriamo dolcemente in Valsugana e il silenzio cala, anche fra di noi le chiacchiere si affievoliscono e rimaniamo in un silenzio quasi mistico. Siamo ipnotizzati dalla notte, dal suo profumo e dal suo fascino misterioso, quasi fosse un buco nero che ci attira magneticamente senza poterci negare a lui.

Arriviamo a mezzanotte al controllo di Castelnuovo, siamo al km 190, e gli ultimi 50 km di leggera salita ci hanno affaticato parecchio.

Siamo in un momento di fatica e stanchezza, abbiamo bisogno di una bella scossa morale, e puntualmente arriva.

Si avvicina a noi un ciclista, Franco, che mi chiede: “ma tu eri quello che settimana scorsa era al Martesana Van Vlaanderen in divisa Mapei?” gli rispondo con una risata: “sì sono proprio io!”.

La sua compagnia ci tira su di morale, qualche risata fatta fra compagni di avventura fa sempre bene. Ora è giunto il momento di puntare verso Trento per il controllo prima della salita al Monte Bondone, dove è prevista pioggia e nevischio.

Trento

Al Bar Funivia di Trento, km 223, facciamo l’ennesima sosta per rigenerarci e faccio una bella chiacchierata con l’amico Reny, siamo entrambi stanchi, e una bel pisolino ci vorrebbe davvero.

Ripartiamo tutti e tre assieme, ma il nostro passo in salita è diverso: decidiamo quindi di staccarci per trovarci al controllo in cima alla salita.

Pioviggina e fa freddo, ma le pendenze mi riscaldano piacevolmente. Una volta in cima scopro che Mattia ha dimenticato il cellulare al bar e si deve rifare questa salita: che smemorato!

Io e Daniele abbiamo freddo e ripartiamo pedalando lentamente per tenere la temperatura, fino a quando Mattia non ci raggiunge. Inizia pure a nevicare dolcemente, ma per fortuna il freddo, anche in discesa, è sopportabile.

Sì, perchè noi ci aspettavamo una discesa sulla carta, ma di discesa nemmeno l’ombra.

O abbiamo le allucinazioni, o Musseu ha ribaltato ogni legge della fisica, perchè dopo ogni leggera discesa c’è sempre un muretto, e non si recupera quasi mai.

Mamma mia che fatica!

Ora entriamo nella Valle del Sarca, pioviggina leggermente, sta ormai albeggiando e vivere questo evento da questa prospettiva, nonostante la fatica, è un’emozione indescrivibile. La bicicletta è davvero la miglior poltrona per partecipare a questo spettacolo della natura.

La salita di Nago è l’ultimo ostacolo prima del meraviglioso controllo al Bicigrill di Loppio, il Duchi’s. Sono le 7 del mattino, pregusto prima il panino con carne, e poi il cappuccio e brioches per colazione.

Piove ancora. Ripartiamo con le mantelle, e assieme a Franco percorriamo la ciclabile dell’Adige che ci porta fino ad Affi, dove al km 332 è situato l’ultimo controllo.

Al controllo sono ormai le 10.40, non siamo assolutamente fra i primi e non abbiamo nessuna velleità di fare “il tempo”. Mi godo 2 splendide brioches con della crema favolosa! Se chiudo gli occhi sento ancora la crema che mi delizia il palato.

Se da questo controllo si imposta Montorio su Maps, i km che ci separano dall’arrivo sono solo 30, ma quelli che dobbiamo ancora percorrere sul navigatore sono ben 70. Quanto mi è spiaciuto vedere alcuni ciclisti puntare direttamente all’arrivo… va beh, pazienza.

Per questi ultimi km, nonostante la bellezza dei vigneti e le continue salite dopo ogni curva, non ho un bellissimo ricordo, tant’è che non ho fatto nessuna foto. Ho impiegato tutte le mie energie per combattere il vento che continuamente infieriva su di noi, qualunque direzione imboccassimo: sembrava davvero assurdo.

Gli ultimi 2 km, quando il percorso prevede il passaggio sterrato lungo una doppia roggia, a destra e sinistra, pallidamente vedo sbucare il sole fra le nuvole. Mi sento finalmente in pace con il mondo: la “tortura” è finita!

Ora è giunto il momento di tornare a casa, sono sicuro che tutti gli aneddoti di questa esperienza ci terranno svegli durante il viaggio di ritorno.

Traccia Strava a questo link

https://www.strava.com/activities/2289368162

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